Parigi
Tomba di Napoleone

Tomba di Napoleone

Torre Eiffel ripresa dal battello sulla Senna

Torre Eiffel ripresa dal battello sulla Senna

 IV° puntata Parigi

Dopo questa parentesi sentimentale, riprendiamo a raccontare dei viaggi dopo la prima “uscita” dall’Italia Ero molto bravo in francese e lo parlavo con discreta disinvoltura.

Deciso, il prossimo viaggio sarà in Francia, Parigi, Versailles e altro. Stavolta niente macchina, la DKW, con un po' di nostalgia, aveva cambiato proprietario ed io avevo comprato una bellissima Fiat 500 blu scuro con interni beige.

Dopo averci pensato un po', decisi però di spostarmi in treno anche per problemi economici. Così, biglietto di II° classe, pochi bagagli e partiamo (volevo dire parto) perché ero nuovamente in compagnia di me stesso. Non avevo mai fatto un viaggio così lungo e da solo prima d’ora. Un po' di inquietudine c’era ma la superai abbastanza facilmente perché il mio francese era molto buono e la conoscenza della lingua mi avrebbe aiutato molto.

Ed era vero, non ebbi difficoltà a reperire le informazioni che mi servivano, un buon albergo economico ma confortevole dove non veniva servita la prima colazione e non c’era il ristorante ma questo non era un problema. Finalmente, il giorno appresso via per la prima escursione. Dove: ma certamente a rendere omaggio alla maestosità del monumento simbolo di Parigi ma anche della Francia : la Torre Eiffel.

Prima esperienza in Metrò, anche questo un avvenimento che si trasformò di lì a breve in routine quotidiana. Salii quindi sulla torre in cima alla quale mi fermai per diverso tempo per godere appieno del panorama che veniva offerto ai visitatori. 

Poi via direzione Campi Elisi meglio nota universalmente come “Champs Elisè” o viale del trionfo dove i Francesi sfilarono in massa preceduti dal generale De Gaulle per festeggiare la fine della II° guerra mondiale.

Ubriacato da questo primo giorno intenso, con un po' di appetito pregresso, mi accinsi a cercare un ristorante dove verificai subito che il mio “francese mangereccio” non era all’altezza di quello parlato. Non capivo niente del menu che era scritto naturalmente in francese e, bontà loro, in inglese, il che era anche peggio.

Mi affidai ai camerieri che , chissà perché, mi ritenevano inglese e come tali si comportavano rivolgendosi a me con l’appellativo di “Sir”. Finii per ordinare un piatto di “Medaillon de Languste” che erano delle bellissime aragoste difficili da “spogliare” per cui ne mangiai più o meno la metà.

Tra l’altro non è che il pesce mi attragga più di tanto. Presi nota che dovevo approfondire la conoscenza linguistica del cibo francese e recriminai di non essere andato in un ristorante Italiano : ce ne sono a bizzeffe solo sui Campi Elisi. Ma non dovevo farlo, troppo facile.

Dopo le prime visite diurne, mi arrischiai anche ad uscire di sera prolungando le mie visite notturne fino a tarda ora. Non poteva mancare un’escursioncina al quartiere frou-frou di Parigi vale a dire dove c’erano diversi locali notturni tipo il celeberrimo Moulin Rouge dove non mi azzardai ad entrare (non per puritanesimo ma per volgare pecunia).

Notai però una cosa, che è la caratteristica che unisce questi locali : dopo una certa ora, si notava un via vai di ragazze che uscivano dal locale e si infilavano in quello poco lontano. Non capii subito il perché, poi spiegatomi da un “abituè” del luogo. Le ragazze, singole o a gruppetti, si esibiscono in un locale per uscirne finito il numero che vanno poi a presentare nei locali successivi.

Suggestivo subito ma dopo un po' non ci feci più caso. Visto che ormai era tardi, vedendo parecchio movimento intorno a me, decisi di seguire un gruppetto di ragazzi che si dirigevano verso la Senna, il fiume che bagna Parigi.

Sulle rive c’erano dei veri e propri assembramenti di persone che, a gruppetti, parlavano o discutevano anche animatamente. Era il mio primo incontro con diverse persone di colore, fenomeno ancora quasi sconosciuto a Torino e on Italia in genere.

Non erano come gli extracomunitari di adesso che stanno invadendo il nostro paese ma persone provenienti dai possedimenti oltremare della Francia, tipo le Antille o altri luoghi. Cosa facevano lì? Ma, penso ai traffici di droga e altre piacevolezze di questo tipo.

Stetti ad osservare l’evolversi della situazione tenendomi un po' in disparte, tanto defilato che attirai l’attenzione di quattro o cinque persone che guardavano insistentemente verso di me per poi dirigersi a passo spedito nella mia direzione.

Qui si mette male pensai e poteva essere così se non fossero intervenuti altri ragazzi che presero a discutere animatamente col gruppetto di prima. Uno di loro poi, mi si avvicinò, mi chiese da dove venivo e cosa facessi lì. Gli risposi un po' farfugliando (ma non era paura, era il mio francese divenuto improvvisamente difficile che mi faceva reagire in tal modo.

Mettiamola così). Dopo questa, diciamo spiegazione, il tizio mi fece cenno che potevo andarmene, cosa che misi in atto quasi subito dirigendomi verso l’albergo senza peraltro fare altri incontri di questo tipo.

Nei giorni seguenti visitai il celeberrimo museo del Louvre dove potei ammirare il capolavoro La Gioconda di Leonardo da Vinci, universalmente conosciuto anche come “Monna Lisa” che lo stesso Leonardo avrebbe portato in Francia per vendere la tela al re Francesco I°.

Altri sostengono che l’abbia presa invece Napoleone durante la sua campagna in Italia. Insomma, non si sa niente di preciso solo che il prezioso dipinto non è custodito in Italia come dovrebbe essere!!!

La mia esplorazione di Parigi continuò ancora per qualche giorno, il tempo di visitare la cattedrale Notre Dame con i mercatini permanenti lungo la Senna dove si possono acquistare libri anche di antica provenienza, stampe d’epoca e quadri realizzati al momento da artisti mica tanto improvvisati che non avrebbero sfigurato se esposti in una galleria d’arte.

E poi per concludere, non poteva mancare un omaggio a Lui, Napoleone Bonaparte, colui che ha fatto grande la Francia. Quando si parla coi francesi, la citazione della “Grandeur” è spesso ricorrente come motivo di orgoglio nazionale.

Rinunciai invece ad andare a Versailles ed anche a proseguire il “vagabondaggio a Parigi”, perché mi era frullato per la testa un’idea sempre più insistente : ormai sono qui, cosa ci vuole per arrivare a Londra?

FINE DELLA IV PUNTATA

Arco di Trionfo

Arco di Trionfo

Il famosissimo Moulin Rouge

Il famosissimo Moulin Rouge