Londra

Londra Biglietto, treno e traghetto passando per Calais e via sullo stretto verso Dover dove vengo accolto dalle Bianche Scogliere. Prosecuzione in treno verso la Victoria Station di Londra Sbarco (uso questo termine perché avevo preso anche la nave) e… E adesso “ndò vado”, che faccio? Prima riunione con me stesso al quale rivolgo le domande ma risposte ancora non ce ne sono. Riprovo e mi viene in mente che l’albergatore di Parigi, mi aveva dato un’indicazione relativa ad un albergo modesto ed economico. Prima di cercare un taxi però, é meglio chiedere a qualcuno dove si trova la strada riportata sull’indirizzo che mi avevano dato. Magari non é lontano dalla stazione. Nota bene : con il mio scarso inglese chiedo “What is this.. intendendo “dov’é questa strada? La risposta è stata “Street” perché in pratica avevo chiesto non “dov’è ma che cos’è questo : che cos’è? Ma una strada, che altro? Capito l’antifona?


Qui devi fare le domande precise inerenti quello che vuoi sapere se no, ti rispondono sì, ma forse non é la risposta giusta. Tra l’altro, anche se sbagliata, difficile da capire. Metto da parte l’orgoglio e, umilmente, riprovo aiutandomi anche a gesti e riesco a fargli capire che mi servono indicazioni stradali e non un indovinello tipo “Che cos’è questo”?. Mi risponde parlando, lentamente a dire il vero e gesticolando anche lui ma serve a poco : l’accento, la pronuncia le parole mangiate non aiutano di sicuro. Per farla breve, capisco poco o niente. Ringrazio comunque il mio interlocutore e mi invento una soluzione. Ormai sono un esperto di metrò. Parigi, Londra, più o meno…... Sti cavoli!! Abbastanza diverse. Di quella di Londra si dicono strane cose. (Apro una piccola parentesi. Si narra di incontri in luoghi dove non ci deve essere nessuno e invece….. Luoghi dismessi chiusi da tempo dove, vedi un po', un addetto alla manutenzione ha incontrato un collega che stava facendo il suo lavoro, ha scambiato con lui qualche parola tipo a che distretto apparteneva, cosa ci faceva lì , come si chiamava, ottenendo sempre risposta. Solo gli attrezzi erano un po' inusuali e antiquati. Ma, forse, problemi di budget o altro. Ciao ciao o by by visto che siamo a Londra. Tornato in ufficio, ha raccontato questo episodio ai colleghi ottenendo come risposta silenzi attoniti, incredulità, sgomento. Un collega con quel nome e quelle mansioni era deceduto proprio in quella galleria ed in quel posto parecchi anni prima.!!!!


Chiusa la parentesi). Dicevamo che sono ormai esperto di metrò, dispongo di una carta stradale di Londra oltre che dei tracciati della metropolitana e quindi è abbastanza facile trovare tutte le indicazioni che mi servono, non è necessario parlare. E difatti, senza troppa fatica, raggiungo l’albergo dove un inserviente mi accompagna in camera. Lungo il tragitto si rivolge a me in italiano. Chissà da cosa ha capito che lo ero anch’io. Un po' sospettoso, (prima, alla Victoria Station, mentre mi guardavo intorno, qualche ben intenzionato si è avvicinato offrendomi, a quel che ho intuito, prestazioni di vario tipo. Ho temuto che l’inserviente fosse uno di quelli ai quali occorre porre molta attenzione per evitare di farsi coinvolgere in situazioni spiacevoli. Un taglio netto subito!! Ma non era questo il caso : non era interessato a me ma alle mie ,…… scarpe, tipo quelle che vedete qui sotto. Mi ha detto che scarpe così ne aveva viste poche (avevano una fibbia che serviva sia per chiuderle che come ornamento) e mi propose di comprarle. Un po' sorpreso declinai la proposta dicendo che non ne avevo un altro paio di ricambio e la cosa finì lì. Uscito il “porteur” sistemai la camera e mi concessi un po' di riposo. Dopo qualche ora di relax, lasciai l’albergo, stile Vittoriano come pure l’arredamento con stanze poco ospitali come la mia ma presunsi che in camera sarei rimasto ben poco tempo.


Alla reception mi feci consigliare un itinerario che coprisse un arco di tempo di circa due – tre ore considerato che eravamo a metà pomeriggio. Mi avviai dopo aver segnato il percorso sulla cartina, già pronta, di cui l’albergo disponeva. Erano abituati a questo tipo di richieste. L’albergo era situato nei pressi di Hyde Park per cui eravamo praticamente in centro, con concetto di centro un po' diverso dal nostro. Hyde Park quindi per iniziare, con i suoi giardini e prati.. all’inglese (toh! Chi l’avrebbe detto?) Rimasi colpito dal fatto che, ogni tanto si trovava qualcuno che parlava ad un gruppo di amici ed altri gruppetti sparsi dove avveniva la stessa cosa.. Insolito no? Da noi non succedeva di avere tanti amici che si ritrovano in un parco a parlare e discutere tra loro. Poi, senza volerlo, assistetti alla “nascita” del fenomeno. Nel parco c’erano diverse persone che erano lì per passeggiare, da soli o in compagnia e, ogni tanto qualcuno, senza preavviso a nessuno, si fermava ed incominciava a parlare, da solo ed al vento perché nessuno se lo “filava” come diremmo noi. Incuriosito mi fermai. Non è che questo poveretto non è “tanto nel suo?” sempre come diremmo noi?. Macchè!! Qualche “amico” cominciava a fermarsi, ascoltava e se ne andava salvo poi tornare sui suoi passi per interloquire con l’oratore o semplicemente per ascoltare essendo interessato ai concetti da questo espressi. Si formavano così gruppi di consistenza diversa, dalle poche persone a varie decine di elementi.


Comunque non tutti erano interessati agli argomenti trattati. Alcuni individui, come cani da caccia, cercavano di infilarsi nella calca dei gruppi più numerosi per derubare gli ignari ascoltatori. Per questo, si incontravano spesso delle pattuglie di poliziotti che perlustravano il parco per cercare di arginare questo fenomeno. Dopo questa lezione di vita, lasciai Hyde Park e mi diressi verso Buckingham Palace, sede della reggia d’Inghilterra. Lo spettacolo che mi si parò innanzi era maestoso nella sua imponenza. Dava l’idea della grandezza di questo popolo che, relegato su un territorio non poi così grande, aveva dominato il mondo espandendosi in ogni sua parte conosciuta e contribuendo, con i suoi avventurosi “esploratori”, a scoprire nuove terre che venivano poi colonizzate con l’annessione alla Gran Bretagna. Ma non mi soffermai più di tanto, sarei tornato l’indomani mattina per assistere allo spettacolo (perché ormai tale era diventato) del cambio della guardia, famoso in tutto il mondo. Tornai in albergo dove dovetti “fronteggiare” di nuovo l’assalto dell’inserviente per le mie scarpe. Liquidata, per il momento la faccenda, mi feci consigliare un posto dove poter mangiare senza farmi “rapinare” con un conto piuttosto salato visto che ero da solo, non conoscevo la lingua e mi sarebbe andato bene tutto. Devo dire che l’inserviente mi aveva consigliato bene perché rimasi molto soddisfatto sia dalla qualità del cibo che dalla professionalità del personale. Mi avventurai per un po' di tempo nei dintorni del ristorante dove trovai una pletora di esercizi aperti in cui molta gente si alternava all’interno dei locali formando anche dei capannelli all’esterno. Insomma, un allegro ambiente che mi lasciò del tutto soddisfatto. Ero da solo ma non stavo poi così male!!


Come avevo deciso la sera prima, al mattino mi misi in cammino presto e di buona lena, passando per Hyde Park. Giungendo nelle vicinanze del palazzo reale, vidi che nei cortili delle caserme che ospitano i diversi reggimenti che si apprestavano a partecipare alla cerimonia, c’era molto fermento. I soldati si predisponevano nelle formazioni che avrebbero assunto giunti sul luogo di destinazione e iniziavano “le prove” come se fossero a teatro, dopodiché, si misero in marcia raggiungendo la spianata davanti al palazzo ed iniziò la cerimonia. che durò un bel po', circa un’ora, un’ora e mezza. Era molto complessa coinvolgendo soldati in marcia che si fermavano dopo qualche decina di metri rimanendo in rigido “attenti”, soldati a cavallo perfettamente allineati che fungevano da cornice ai “quadri” che si andavano componendo, il tutto accompagnato da brani musicali per sottolineare le varie parti della cerimonia. Intanto, da lontano, giungeva no le note di una musica che accompagnava drappelli di soldati in avvicinamento che si apprestavano ad unirsi al contingente già all’opera. Non proseguo a descrivere tutto quello che avveniva nel corso dell’evento perché rischierei di dimenticare qualche aspetto significativo importante. Lasciai quindi la spianata e mi diressi verso “Trafalgar Square”, considerata il vero centro di Londra. Si trova a pochi passi dalla stazione di Charing Cross,  Nella piazza, svetta il bellissimo monumento che celebra la vittoria schiacciante dell’ammiraglio Horatio Nelson sulla flotta Franco-Spagnola al largo di Capo Trafalgar nel 1805 mettendo fine al sogno Napoleonico di egemonia marittima.


Dopo Trafalgar, non poteva mancare la visita alla Cattedrale cattolica di Westminster, imponente nella sua maestosità, luogo dove si celebrano le più importanti cerimonie che coinvolgono la famiglia reale, dai matrimoni, ai funerali ed alle incoronazioni. Trafalgar Square L'esterno, caratterizzato dalle cupole orientaleggianti, dal colore rosso dei mattoni e soprattutto dall'alta torre campanaria intitolata a sant'Edoardo, raggiunge gli 87 metri d'altezza. L'interno è decorato con marmi e mosaici (raffiguranti scene del Vecchio e Nuovo Testamento. Non mi dilungherò a descrivere più dettagliatamente le caratteristiche dell’edificio anche perché non me le ricordo appieno. Proseguendo nel giro turistico solitario, mi diressi sul ponte vicino alla cattedrale dove, sul Tamigi che scorre sottostante, vidi numerose imbarcazioni che affollavano le zone limitrofe, dando luogo ad un andirivieni di persone che rientravano da una escursione sul fiume ad altre che prendevano posto sulle imbarcazioni per una nuova escursione. Mi aggirai per vedere quali erano le destinazioni ed i tempi di effettuazione previsti. Una in particolare attrasse la mia attenzione : in poco più di un’ora o giu di lì, si poteva arrivare a Greenich. Greenich. Dovetti riflettere un po' e scavare notizie, invero molto limitate, dalla mia memoria (parentesi per chi mi conosce bene : Allora funzionava bene, chiusa parentesi). Incuriosito dalle non risposte, decisi che sì, valeva la pena di farci un salto che avrei poi raccontato come un’avventura.


Mi feci una bella crociera di circa un’ora, gustandomi Londra da un punta di vista insolito, passando sotto la Torre dove sono custoditi i gioielli di casa reale, il ponte girevole, i palazzi Vittoriani per arrivare a quelli più recenti. Oltretutto era anche una bella giornata. Ne valeva la pena. Giunto a Greenich, mi concessi un buon caffè (cancello buon, non allarghiamoci troppo) dopodichè, seguendo le indicazioni giunsi nel luogo ove passava il meridiano. Breve storia : Nel 1884 viene istituito il “meridiano zero”: che attraversa l'Osservatorio Astronomico di Greenwich, nel Regno Unito. Considerato il “meridiano zero”, quello da cui dipende l’intero sistema di fusi orari, è il punto di partenza per misurare la distanza a est e a ovest attorno alla Terra. Il suo percorso è determinato dalla posizione di un telescopio storico, l'Airy Transit Circle, ospitato presso il Royal Observatory di Greenwich.


Il meridiano, in geografia, è una linea immaginaria che congiunge il Polo Nord e il Polo Sud. In totale se ne contano 360: in ogni punto della superficie terrestre (fatta eccezione per i Poli) passa un unico meridiano, per metà a est di Greenwich, per l’altra metà a ovest. Il meridiano zero è il più importante. Se interessa approfondire l'argomento, su Internet si trovano tutte le informazioni che attengono a questo argomento. Ma torniamo ai tempi in cui Internet non c’era o meglio, non sapeva ancora che cosa sarebbe diventata. Cinquant'anni tondi. Li compie oggi Internet.


Era il 29 ottobre del 1969 quando fu effettuata la trasmissione di un primo pacchetto di dati tra due computer: uno posto all'università di Los Angeles, l'altro al Research Institute di Stanford. La rete si chiamava Arpanet, e fu progettata dal Dipartimento di difesa americano. Per questo, secondo alcuni, non può essere considerato il giorno di Internet, che invece arriverà – col suo protocollo TCP/IP – solo più avanti. Ma è la tecnologia che conta. E quel giorno, per la prima volta, due computer distanti si scambiarono dei dati. Arpanet era l'acronimo di Advanced Research Project Agency, agenzia per i progetti di ricerca avanzata per il Dipartimento della Difesa. Finiti i brevi cenni storici, (essendo il mondo degli elaboratori elettronici l’ambiente e il lavoro che mi avrebbe impegnato fino alla pensione, ho fatto una piccola digressione al mio narrare). Devo confessare  che dal marchingegno rappresentato in fotografia, mi aspettavo di vedere uscire qualcosa tipo un raggio, un fascio di luce o altre diavolerie. Invece niente!!


Tutte cose immaginarie.  Rientrai in hotel pensando a cosa avrei fatto il giorno appresso, ultimo di permanenza nel regno unito. Non poteva mancare una visita al già celebre Portobello, capostipite dei mercatini di cose usate e non, più o meno antiche dove qualche intenditore potrebbe fare buoni acquisti. Gente di tutte le etnie, cosa che non trovai a Soho, quartiere cinese nel cuore di Londra, molto pittoresco ma da non frequentare dal tramonto in poi tantomeno da soli. Nel corso della visita, trovai una postazione dove un lustrascarpe offriva i suoi servigi. Mi venne un’idea che misi subito in atto prima di cambiarla. Feci lustrare per bene le scarpe che, dopo l’intervento, sembravano appena uscite dal confezionamento. Adesso bisognava completare l’opera : trovare ed acquistare un paio di scarpe. Già, l’avete capito. Non potevo deludere l’inserviente dell’albergo che era innamorato delle mie scarpe. Vi ricordate? Portai a termine l’operazione non senza fatica e, tornato in albergo, porsi al ragazzo la scatola contenente le scarpe lustrate alla perfezione. Non finiva più di ringraziarmi e fui felice di aver fatto questa cosa. Il giorno dopo, tragitto in metro fino alla stazione Vittoria e biglietto per Torino.  Viaggio lungo di cui approfittai per fare il bilancio delle giornate trascorse ricavandone un giudizio tutto sommato positivo. Avevo affrontato qualche situazione a rischio tipo gli incontri a Parigi e alla stazione Vittoria ma era andata bene. Certo che, se fossimo stati in due sarebbe forse andato meglio ma, tutto sommato me l’ero cavata abbastanza bene. E poi giunsi a casa. Iter degli Incontri con gli amici, racconti un po' “addomesticati”  per suscitare interesse nell’intento di reclutare possibili compagni per le vacanze a venire. Poi ripresi le normali attività già ipotizzando le prossime “escursioni”. Olanda, Amsterdam, Belgio, Bruxelles? Perchè no!! Vedremo.  

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